Museo Agnana o Museo dello Stazzo
Fin dal settecento, i Corsi emigrarono in Gallura e contribuirono insieme ai pastori locali a disseminare il territorio di numerosi stazzi, tipici insediamenti rurali. Il termine "stazzo" deriva dal latino statio, stazione, luogo di sosta, rappresentativi di una particolare cultura di autosussistenza.
Infatti, il territorio del comune di Luogosanto, rispetto agli altri della Gallura, contava (da un censimento del 1988) ben 343 stazzi. Si è voluto conservare testimonianza della cultura dello stazzo, inaugurando il 10 settembre 2005 il museo ‘Agnana’. Il museo si compone di tre ambienti:
- - La casa manna (cucina, soggiorno);
- - L’appusentu o cambara (camera da letto);
- - Lu camasinu (magazzino).
Tutti i reperti sono rigorosamente originali, donati dalla popolazione.
Nella casa manna vi sono: li banchi di lignu (panche di legno), li balastragghj (armadio aperti e chiusi), la banca a foglia ( tavolo allungabile) la banca a grucitta (tavolo tipico per la lavorazione del pane), la cascia (la madia), lu cascioni (contenitore di legno per i cereali), la paltica e la muschera (la pertica per appendere i formaggi e i salumi e il frigorifero di una volta.
Appusentu è uno spagnolismo col significato di luogo in cui si riposa. Sono presenti vari letti grandi e piccoli, la cascia manna (armadio di una volta), li toeletti (toelette), li cumudini (comodini), la cascitta di li dinà (cassaforte), le valige di fibra, la culla e il braciere.
Nel magazzino troviamo l’angolo del fabbro con la buttaccia (mantice) e l’alcutina (attrezzo per battere il ferro incandescente), l’angolo del calzolaio e la macchina per cucire la pelle, l’angolo del cacciatore, l’angolo della cantina, l’angolo del falegname e tutti i vari utensili necessari per i lavori dello stazzo.
I nostri avi, in considerazione dell’autosufficienza dello stazzo, affermavano che gli unici acquisti che si facevano erano lo zucchero e il caffè.